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LA SOFFERENZA

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Messaggio Da Admin Dom Dic 23, 2018 2:49 pm

LA SOFFERENZA
Tratto da "La Fisica Dell'Anima" di Fabio Marchesi

Se per qualsiasi motivo stai soffrendo, considera subito che la sofferenza non è nella natura della tua Anima, non è nella tua vera essenza, la situazione che stai vivendo è opera della tua mente, è l'effetto di informazioni che hai accumulato
nel tuo Campo Mentale, che sono in contrasto con la tua vera natura, con la natura umana e con la natura della realtà. Informazioni generatrici di infelicità che si sono Introdotte nella tua mente e che tu hai accettato e/o lasciato che lì stessero, e informazioni che tu stesso hai generato, che si sono accumulate nel tuo Campo Mentale Interferendo distruttivamente con tutto ciò che è costruttivo. Non sto parlando di sofferenza fisica, come del dolore che il corpo produce quando subisce dei danni, (utile per insegnarti a salvaguardarlo), mi riferisco alla sofferenza emotiva: la normale reazione della mente quando è passiva e non riesce a
soddisfare le sue aspettative e/o le cose non vanno come vorrebbe. Quale che sia per te la causa della tua sofferenza emotiva, per la tua Anima non esiste nessuna causa abbastanza valida per giustificarla, se non l'agire, cambiare, inventare qualcosa perché smetta di essere tale. Anche di questo te ne accorgi subito appena entri in contatto con la tua Anima, ma per la tua Mente la sofferenza può essere uno strumento molto utile e importante, non per sentirsi migliori degli altri ma per stimolarsi o "costringersi" a produrre cambiamenti che riavvicinino a sé stessi. Cambiamenti in ciò che credi, che pensi, che immagini, e quindi anche in ciò che fai, che ti possano far evolvere, migliorare, per raggiungere la consapevolezza di ciò che davvero sei: Gioia Pura. Per questo la sofferenza può essere l'effetto di eventi, coincidenze, circostanze ed esperienze volute e generate dall'Anima stessa, incomprensibili per la mente. La sofferenza emotiva può anche manifestarsi come uno stato di insoddisfazione,
di melanconia e/o di infelicità costante senza alcuna
spiegazione o motivazione apparente da parte della mente, che tende, comunque, a cercare o a inventarsi cause esterne, dei colpevoli a cui attribuire la responsabilità della propria insoddisfazione e/o infelicità. Questa ricerca di "cause infelici esterne" è ancora dovuta al Modello Tradizionale Standard della realtà che, così come induce a cercare cause esterne per la propria felicità, induce anche ad attribuire a cause esterne la responsabilità della propria sofferenza o
infelicità. Si è infelici quando si vivono esperienze contrarie alla propria natura, quando quello che si crede, si pensa e/o si immagina è contrario alla propria natura, alla
natura umana, e/o alla natura della realtà. Una persona che, grazie a esperienze volontarie intense, riesce a far evolvere la sua consapevolezza, e quindi la sua Anima, da, metaforicamente, "triciclo" a "Enterprise", se dovesse continuare a vivere come "triciclo" sarà inevitabilmente infelice. Si diviene infelici quando quello che si vive non corrisponde più a quello che si è riusciti a essere. Si può forse fingere di vivere da triciclo, purché si creda, pensi e immagini da "Enterprise" (sapere — volere — osare — tacere).

<Preparati a grandi cambiamenti>.

"Una persona che ha saputo far evolvere la sua Anima, se continua a vivere, pensare, immaginare e agire come quando la sua Anima era meno evoluta, si costringe all'infelicità".

La tua Anima vuole solo che tu viva le esperienze che maggiormente favoriscono la tua evoluzione, che tu produca informazioni costruttive di qualità e del valore che il livello di evoluzione della tua Anima può permettere: se sei un'"aquila" non puoi stare in un pollaio a fare la "gallina", se sei un'"Enterprise" non puoi stare in un hangar a prendere polvere, se sei un "verme" non puoi stare su una poltrona a dare ordini a esseri umani, se sei un globulo bianco non puoi fare il globulo rosso, e così via... L'Anima è rivelata, non può mentire, per questo nell'invisibile ognuno occupa
esattamente il posto che corrisponde a ciò che è, dando con Gioia il meglio di sé, in Amore con tutto e con tutti: nessuno è in competizione con nessun altro, tutti collaborano per migliorare sé stessi e tutto.
Il fatto che le esperienze che maggiormente favoriscono la tua evoluzione siano felici o infelici dipende da Te, dalla tua Mente in particolare, molto, ma molto più di quanto tu possa sospettare. Per l'Anima è normale che tu viva solo nella Gioia e che tu possa evolvere Generando, vivendo e diffondendo nuova Gioia, Bellezza, Ricchezza... Ma se lasci che sia la paura a dominare la tua mente, e un Modello della realtà infelice, primitivo e distorto a modellare le tue esperienze, la
sofferenza continuerà a essere per te strumento di cambiamento e quindi di evoluzione. Ricordati, evoluzione significa più Gioia, in sé e intorno a sé. La tua sofferenza può essere la reazione della tua mente a situazioni create "ad hoc" per te proprio dalla tua Anima, perché affrontandole tu abbia maggiori probabilità di trovare soluzioni e realizzare lo scopo della tua Anima, riuscendo finalmente a produrre informazioni costruttive, godendo anziché soffrendo.
Per chi non produce ambizioni di vera Gioia e non è disposto a cambiare il proprio modo di credere, pensare, immaginare e fare (anche nutrirsi) per realizzarle, la sofferenza emotiva può rimanere lo strumento evolutivo principale per essere "costretto" da sé stesso (dalla propria Anima, gli altri sono come "comparse volontarie" del proprio film) a occuparsi di ciò che è davvero importante, di ciò che ha davvero valore in base al proprio livello di evoluzione e quindi alla portata e alle ambizioni della propria Anima. Per una mente dominata dalla paura e da un Modello distorto della realtà, la sofferenza può essere più efficace a generare cambiamenti della Gioia. Dal punto di vista dell'Anima, vedere una persona che soffre è come osservare una persona seduta sulla soglia di casa, che sta morendo di fame, nonostante una dispensa piena di scorte alimentari di tutti i generi, perché ha deciso di mangiare solo il cibo che solo alcuni passanti, con certi requisiti, devono offrirle.
Sono perfettamente consapevole di quanto possa sembrare difficile, per chi soffre, cambiare la propria visione della realtà per riuscire a smettere di farlo. Per questo la sofferenza è meglio prevenirla che curarla ed espandere la propria consapevolezza serve a questo. Il primo passo per riuscirci è comunque proprio quello di iniziare a credere che sia facile. Quando la mente entra in una situazione di sofferenza, la priorità diventa uscirne, il più presto possibile, ma se si agisce solo per paura della propria sofferenza cercando soluzioni all'esterno di sé, ci si allontana ulteriormente da sé, con il risultato di soffrire ancora di più e/o di rimandare ad altri tempi la possibilità di vivere i cambiamenti che urgono, per essere finalmente davvero felici, rinviando quindi la soluzione del problema a esperienze successive che potranno, ahimè, essere ancora più dolorose di quella da cui ci si è voluti sottrarre cercando
soluzioni esterne.

"La realtà evolve comunque, con o senza il tuo contributo;
se non evolvi insieme a essa, rimani indietro".

Cercare soluzioni all'esterno di sé significa autoindebolirsi: nell'associare e far dipendere anche la propria sofferenza da persone, soluzioni o eventi esterni,indipendenti dalla propria volontà, si distrugge il potere totale che ognuno ha su sé stesso. Il Modello Tradizionale Standard della realtà sembra essere stato concepito apposta per impedire agli uomini di divenire consapevoli del proprio potere e limitarsi l'un l'altro per rimanere obbedienti a qualcun altro.
Quando si dà ad altri il proprio potere (anche di rendere sé stessi felici o infelici), si può cadere facilmente in un circolo vizioso nel quale non solo si cercano e accettano solo soluzioni esterne, ma si fa dipendere l'efficacia di tali soluzioni da quanto si ritengono costose, rare, difficili, irraggiungibili. Agire in questo modo equivale a un suicidio emotivo. Cercare soluzioni dentro di sé significa, invece, andare a cercare, da soli, la vera origine della propria sofferenza proprio là dove è associata all'unica vera soluzione. Nell'andare a cercare dentro di sé si smette finalmente di dare ad altri più importanza di quella che si da a sé stessi.

"Quando si smette di attribuire ad altri la responsabilità
della propria felicità o infelicità, e ce ne si riappropria,
si restituisce a sé stessi l'immenso potere della propria Anima. Nello smettere di attribuire ad altro o altri la responsabilità della propria infelicità, si riconquista il pieno potere sulla propria felicità".

La sofferenza è solo una reazione mentale a qualcosa che non si vuole o non si accetta, ma può anche essere parte di un nostro progetto molto più grande. Quando si scoprono le proprie motivazioni più grandi, si smette di soffrire per tutto ciò che sembrava non avere senso, ma che ci permette invece di realizzarle. E diventa facile e divertente cambiare, vincere, affrontare limiti e paure, perdonarsi e perdonare,
amare felicemente e portare finalmente l'attenzione sul futuro, perché sia più felice. Riuscire a perdonarsi può essere determinante perché permette di accorgersi e
liberarsi di qualcosa che si ritiene essere una colpa. Nel prenderne coscienza si può decidere di cambiare, si può decidere di affrontare, una volta per tutte, quelle "falle"
nella propria "barca" che sono sempre state ignorate e che, solo quando si crede di essere sul punto di affondare, si trova finalmente la forza e la determinazione di smettere di ignorare. Si deve trovare la forza di chiudere da sé le proprie falle perché sono nostre, e solo noi possiamo chiuderle, nessun altro può farlo per noi. La forza per farlo è già in noi, c'è sempre stata, pronta, disponibile, ma non è mai stata usata prima solo perché siamo stati, fino a ora, "distratti"... Abbiamo pensato e preteso che fosse qualcun altro a farlo per noi solo perché così ci è stato insegnato e perché nessuno ci aveva detto prima della nostra grandezza, della nostra immensità, della nostra innata e potentissima capacità di generare e vivere qualsiasi miracolo.
La realtà è fatta di miracoli, compiuti innanzitutto da chi riesce a "disobbedire" per crederli possibili.
La sofferenza è sia causa che effetto della paura; la paura è ciò che impedisce a un essere umano di essere nel flusso dell'Entropia Costruttiva, di entrare in contatto con la propria Anima e di fare scelte costruttive.

"Le tue paure generano e nutrono proprio ciò che temi".

Quando ci si toglie la responsabilità della propria felicità, si perde anche la responsabilità della propria sofferenza. Se si dà ad altri potere sulla propria sofferenza, e la si fa dipendere, con paura, da loro scelte, si spingono inconsapevolmente gli altri ad agire proprio come si teme che facciano. La parola paura che tanto ho nominato e che, per toglierle potere, ancora nominerò, deriva da pavor, che significa spavento. Il termine greco phaos, da cui deriva in
italiano fobia, significa anche fuga, e il verbo
corrispondente, phebomai, fuggire. Questi termini erano usati soprattutto in contesto bellico, dove il motivo del fuggire era la Paura personificata in un dio che interveniva in guerra proprio per mettere in fuga i nemici, spaventandoli; per questo significano anche fuggire per paura. Poi la causa prevalse sull'effetto e il significato fondamentale di paura divenne ciò che paralizza l'individuo, impedendogli di agire nel modo corretto: quello più consono alla sua natura.
L'Anima della parola paura contiene le informazioni associate all'intento da cui è nata e tutte le informazioni derivate dall'uso che è stato fatto di questa parola in tutta la sua esistenza. SI, anche le parole hanno un'Anima!

"Tutto ciò che esiste ha un'Anima invisibile, è Anima, prima che anche eventualmente corpo".

La paura è utile alla vita, è necessaria alla sopravvivenza del corpo perché lo predispone all'attacco o alla fuga quando è esposto a pericoli o minacce fisiche esterne. Ma la paura può uccidere la tua vita, quando non ha ragione di essere: quando non è l'effetto di reali pericoli o minacce fisiche esterne ma solo di una visione limitata e distorta di sé stessi, degli altri e della realtà. Sono contrario a un concetto astratto di pensiero positivo, credo che l'autentico
pensare positivo possa solo essere il naturale effetto di una maggiore consapevolezza, che va conquistata. Dire a una persona che soffre che la sua sofferenza è causata solo
dal suo atteggiamento mentale, dalle sue paure e da ciò che pensa, può solo farla arrabbiare ancor più di quanto sia già. Anche perché, se lo avesse saputo, se ne fosse stata consapevole, probabilmente non starebbe soffrendo. Anche dire a chi soffre che la sofferenza è dovuta solo a un errore di interpretazione della realtà non è, per lo stesso motivo, di grande aiuto. Il Modello Tradizionale Standard della realtà si basa sul ritenere reale solo ciò che è visibile, poiché quello che ognuno pensa e genera pensando è invisibile, e quindi sarebbe irreale. Questo può rendere difficile accorgersi di quello che si fa e che si può fare anche solo pensando, di quello che si genera e che si può generare con il proprio pensare, ma nella sofferenza le possibilità di accorgersene, in genere, aumentano. Se una persona è in grado di vedere solo in bianco e nero, e qualcuno le descrive la bellezza del verde, dell'azzurro o del blu dell'oceano o del cielo, non solo non potrà capirlo ma penserà che chi gli descrive tanta bellezza sia pazzo. Siamo abituati a confondere il nostro campo visivo con i limiti del mondo. A confondere quello
che noi crediamo con ciò che tutti devono credere. Chi soffre usa la sua mente per interpretare le cose in base a quello che sa,e reagisce alla realtà che vive in base alla consapevolezza che ha di sé e della realtà. Poi ci sono gli altri e ciò che sembra che gli altri credano, che spinge in genere chi soffre a cercare causa e soluzioni esterne.
In ogni caso, chi affronta circostanze sofferte si crea la meravigliosa possibilità di produrre informazioni costruttive, anche molto importanti, proprio perché, se riesce a rinunciare al vittimismo e invece reagisce desiderando fortemente di essere felice, può avere esperienza diretta di quanto ciò che crede, pensa e immagina sia invece molto reale, determinante sia per la realtà che vive sia per creare la realtà che vivrà.
Il Modello Tradizionale Standard della realtà domina sulle coscienze forse da circa duemila anni, mettendo tutti gli esseri umani in competizione gli uni contro gli altri,
rendendoli infelici. La sofferenza individuale e collettiva è stata ed è per questo uno stimolo importante verso
cambiamenti. Il desiderio di riuscire a vincere sul dolore,
sulla sofferenza, sull'Entropia distruttiva, su esseri malvagi distruttivi è stato e può ancora essere una motivazione potente per produrre cambiamenti, per agire e pensare in modo diverso e generare quindi nuove informazioni che, se
costruttive, possono far evolvere la propria Anima e, magari, anche il Campo Purico (o Anima Madre). Il Modello Quantistico della realtà (Fisica dell'Anima) che stai conoscendo favorisce la generazione di cambiamenti evolutivi felici come effetto naturale della collaborazione. Con la consapevolezza che stai acquisendo stai imparando a saper generare nuove informazioni costruttive senza più usare come stimolo la sofferenza, ma anche a generare direttamente le tue migliori esperienze di Gioia, di Bellezza, di Ricchezza e Gentilezza...
Riuscire a cambiare atteggiamento mentale mentre si sta bene richiede volontà e coraggio, farlo mentre si sta soffrendo richiede volontà e coraggio maggiore, tanto maggiore quanto più grande è la paura a cui si è ceduto il controllo della propria mente. Ogni volta che si fa qualsiasi cosa nuova, alla quale non si è abituati e che è fuori dai propri schemi mentali, si deve generare volontà e coraggio, ma, se lo si
riesce a fare pensando in modo costruttivo, indipendentemente da qualsiasi cosa sia accaduta o che stia accadendo, si può accedere al flusso dell'Entropia Costruttiva e divenire allora capaci di miracoli. Quando si trova il coraggio di seguire la propria Anima, anziché cadere continuamente nelle trappole della mente, si può scoprire come ciò che poteva sembrare
difficilissimo o impossibile (spesso solo perché non lo si era mai fatto e/o visto fare ad altri) è invece facile, giusto, naturale. Come riuscire a stare in una sauna senza essere
convinti di esservi stati chiusi dentro da qualcuno, ma provando piacere all'idea che si sta facendo qualcosa che ha un fine utile per il proprio corpo.
Hai presente una canna di bambù? Pur essendo leggerissima, può raggiungere un'altezza di oltre 15 metri con un fusto di poco superiore ai 10 centimetri di diametro. Un albero normale per raggiungere una tale altezza deve avere un tronco molto
più grosso e pesare molto di più di una canna di bambù. Lo sai com'è possibile? Grazie a dei bei nodi, che possono essere più o meno vicini in funzione dell'altezza che raggiungerà. Se la canna non avesse i nodi si spezzerebbe al primo colpo di vento e non potrebbe certo raggiungere la sua altezza, quella a cui ambisce fin dalla sua nascita.
Ogni esperienza che viene vissuta dalla mente con sofferenza è come un "nodo" che può permettere alla mente, e alla vita, di andare più in alto che se quel nodo non ci fosse. Raggiungere la consapevolezza di un fine costruttivo di qualsiasi "nodo" ci si trovi a dover affrontare, per riuscire a non subirlo come una fatalità casuale indipendente da sé, ma per viverlo senza paura, come elemento di un progetto più grande volto a generare miglioramenti immensi, può trasformare la vita di chiunque da un "inferno" a una via diretta verso la gioia più autentica. I nodi ti servono per andare più in alto, è inutile perdere preziosa energia vitale soffrendo; devi reagire,sempre e comunque, con l'entusiasmo di chi riesce a vedere oltre l'apparenza delle cose, pensando a quando, finalmente,
riuscirai a essere felice anche senza che debba accadere qualcosa per impedirti o permetterti di esserlo.
Tanto più un'Anima è evoluta, tanto più "in alto" vuole andare e tanti più nodi le possono servire. Se è molto evoluta, pur di realizzare gli obiettivi alla sua altezza, genererà lei stessa le situazioni più favorevoli a produrre i cambiamenti che servono, anche a costo di far affrontare al suo Corpo/Mente esperienze che possono causare grandi sofferenze (dipende tutto dai contenuti del Campo Mentale). Tanto vale allora "rimboccarsi le maniche" e agire volontariamente con entusiasmo e senza paura per produrre in sé tutti i cambiamenti che servono, per evolvere, ma soprattutto per imparare a evolvere Felicemente, e Godendo, anziché soffrendo come è stato per i più negli ultimi duemila anni.
Qualunque sia l'impegno dell'esperienza che ti trovi ad affrontare, se ti è accaduta è perché è alla tua portata. Nessuno ha pesi da portare superiori alle sue capacita.
Questo è importantissimo! Le capacità potenziali di ogni individuo sono infinitamente superiori a quelle di cui riesce normalmente a rendersi consapevole; questo vale sia per il dolore sia per la Gioia. La relazione quantistica tra
osservato e osservatore ci insegna che anche le nostre emozioni dipendono più da noi che da ciò che si ritiene le abbiano causate, ma poiché l'infelicità rende insopportabile qualsiasi dolore, invece di rassegnarsi al soffrire conviene reagire con ambizioni di Gioia più Grande di qualsiasi dolore.
Un'Anima "Enterprise", che può volare più veloce della luce tra galassie, pianeti, continenti e menti, non può permettere che il suo sistema Corpo-Mente viva una vita ed esperienze da "triciclo", come forse altri vorrebbero. Chi vive esperienze che causano a sé e/o ad altri sofferenza deve riuscire a capire che lo sta facendo per un motivo ben preciso, utile e costruttivo: smettere di soffrire! Finché non lo capirà,finché non imparerà a essere fiero di essere un'Anima così evoluta da poter evolvere consapevolmente ulteriormente generando gioia anziché dolore, continuerà ciclicamente a rivivere esperienze simili, nello stesso modo, se non peggio. Quando finalmente imparerà a riconoscere la motivazione verso la gioia della sofferenza e la sua inutilità quando non è rivolta a generare cambiamenti costruttivi, allora sarà pronto a continuare a evolvere senza dolore, ma generando, vivendo e diffondendo
esperienze di gioia e successo.

"Un apprendista aquila che ambisce a volare in alto impara a decollare andando contro vento".


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