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La felicità

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Messaggio Da Admin Dom Dic 23, 2018 2:48 pm

La felicità
Tratto da "La Fisica Dell'Anima" di Fabio Marchesi

Capita a tutti prima o poi di provare a definire e spiegare cos'è la felicità, sembra che tutti sappiano esattamente cosa sia fino a quando non cercano di definirla, allora ci si accorge di quanto si sia invece confusi...
La felicità sembra irraggiungibile, e quindi indefinibile, solo fintanto che si vive nel Modello Tradizionale Standard della realtà, che induce, tra l'altro, a vivere nella separazione e a cercare la felicità in altri o altro all'esterno di sé. Vivendo in questo Modello, anche l'essere umano che riesce a ottenere tutto quello che teoricamente/razionalmente dovrebbe renderlo felice può trovarsi invece a essere afflitto dall'infelicità, tanto più cupa quanto più appare priva di motivazioni.
Gli individui che riescono a uscire dal Modello Tradizionale Standard della realtà possono invece ritrovarsi a essere intensamente e naturalmente felici, anche senza 'avere niente di ciò che dovrebbe teoricamente/razionalmente renderli felici.

<La felicità non dipende dalla realtà, ma dalla consapevolezza con cui si vive nella realtà, per migliorarla>.

Può sembrare che la felicità possa essere raggiunta solo quando "quello che sei corrisponde a quello che vorresti essere e a
quello che gli altri si aspettano da te". Poiché il controllo che abbiamo su quello che altri si aspettano da noi è limitato, credevo che il primo passo per riuscire a essere felici fosse quello di smettere di dare valore a ciò che gli altri si
aspettano da noi, per darne di più a quello che ognuno è e vuole essere, per fare in modo che combacino. Per questo credevo bastasse riuscire ad amarsi pienamente, sinceramente, fino ad
aver abbastanza autostima da non temere più il giudizio degli altri. Personalmente mi sono sempre dato un gran da fare per amarmi, per avere più stima di me da non temere il giudizio degli altri, tuttavia mi sono presto accorto quanto riuscire a essere
felici seguendo questa strada fosse comunque impegnativo.
La mia definizione di felicità, che tiene conto della Fisica dell'Anima (del Modello Quantistico della realtà), è estremamente più semplice:

"L'uomo è felice quando vive esperienze in sintonia con la sua natura".

In particolare la felicità è lo stato naturale che ogni individuo prova quando vive esperienze in sintonia con la sua natura individuale, quella che lo rende unico e irripetibile, con la nostra natura condivisa, quella che ci rende esseri umani, e con
la natura della realtà e in cui esistiamo e possiamo vivere, spaziotemporale e non spaziotemporale.
La felicità è la condizione normale di ogni Anima, la sofferenza è un errore della mente. La felicità è la condizione normale dell'Anima, della nostra natura essenziale, e si manifesta anche alla Mente quando si vivono esperienze in sintonia con la natura
dell'Anima, con le sue ambizioni e obiettivi. Per vivere esperienze in sintonia con le ambizioni e gli obiettivi della propria Anima non serve altro che essere vivi e in grado di pensare: è sufficiente generare pensieri costruttivi, informazioni possibilmente nuove che migliorino le cose, che
facciano evolvere. Non serve altro che l'atteggiamento mentale costruttivo che si conquista con l'espansione volontaria della propria consapevolezza (proprio quello che stai facendo adesso leggendo e pensando). Dal proprio atteggiamento mentale dipende quello che si pensa e, come conseguenza, anche quello che si fa e non fa. Per coerenza ritengo giusto dirti che io sono molto felice! (questo libro è stato determinante per me in questo) e che non mi permetterei mai di scrivere cosa serve fare per essere felici se non fossi consapevole di essere, io stesso, riuscito a
esserlo. Per questo mi sento non solo autorizzato, ma in dovere di farlo. Chiunque diventi davvero felice non può più sopportare di essere circondato da persone infelici e di vedere tanta infelicità nel mondo generata e diffusa per paura e ignoranza;
il darsi da fare per contribuire a rendere il mondo più felice diventa inevitabile.

"Ognuno può condividere e condivide quello che è, non quello che vorrebbe essere".

Ma a molti, soprattutto chi ha paura della solitudine, piace comunque molto condividere sé stessi e le proprie idee, anche se infelici. Troppo spesso mi è capitato di incontrare persone tanto evidentemente infelici quanto impegnate a dispensare a chiunque ricette o soluzioni per la felicità; così come persone desiderose di aiutare gli altri, ma che fanno però solo danni, perché
incapaci di aiutare sé stesse (vedremo che anche questo è un effetto dei condizionamenti negativi derivanti dal Modello Tradizionale Standard della realtà).
Una volta provavo una repulsione immediata e inspiegabile verso chiunque fosse infelice (tanto maggiore quanto più ostentava la sua infelicità),l'intuizione mi diceva "allontanati,allontanati"; oggi provo compassione, ma non riesco comunque a giustificare o assecondare chi condivide la propria infelicità perché so, per esperienza diretta, che è proprio nello smettere di farlo che ci si permette di smettere di esserlo.
Quando nel Campo Mentale ci sono informazioni costruttive in sintonia con quelle dell'Anima, l'interazione costruttiva additiva genera un Campo Individuale più costruttivo della somma delle parti che l'hanno prodotto; questo determina il naturale
ingresso nel flusso dell'Entropia Costruttiva e il raggiungimento dello stato di felicità incondizionata(caratteristico dell'Anima) anche da parte della Mente. Quando nel Campo Mentale ci sono informazioni distruttive, queste determinano una interazione distruttiva, sottrattiva, con quelle costruttive dell'Anima, generando un Campo Individuale più distruttivo della sottrazione delle parti che l'hanno prodotto. Questo determina il naturale ingresso nel flusso dell'Entropia distruttiva e il raggiungimento dello stato di infelicità cronica caratteristico di ogni Mente scollegata e in contrasto con la propria Anima, che può anche tradursi in cattiveria gratuita.

"La causa prima di ogni cattiveria umana è la mancanza di felicità".

Quando il Campo Mentale contiene informazioni in contrasto con quelle dell'Anima, l'interazione distruttiva genera un Campo Individuale che annulla le informazioni costruttive dell'Anima, ne impedisce ogni possibile influenza costruttiva e impedisce l'azione dell'Entropia Costruttiva (eccetto quella ottenuta dal corpo grazie al DNA). L'Infelicità diventa anche conseguenza della profonda sensazione di solitudine (impossibile per l'Anima) che ne consegue.

"Il potere che ognuno ha sulla propria felicità è totale, il potere che ognuno ha sulla felicità degli altri è minore del loro".

Poiché i giudizi prodotti dalla mente sono relativi, chi non entra in contatto con la propria Anima, nel flusso dell'Entropia Costruttiva che attiva la capacità intuitiva, ha in genere difficoltà ad accorgersi se un'esperienza è costruttiva o distruttiva e se un'informazione è in sintonia o no con la sua Anima. Poiché il Modello Tradizionale Standard della realtà a cui siamo ancora tutti esposti nega l'esistenza dell'Anima e mette tutti in competizione con tutti, accorgersi di avere/essere un'Anima può richiedere molto coraggio, ma quando ciò accade, la propria vita può finalmente allinearsi ai propri Intenti. Chiunque vive l'esperienza della consapevolezza della propria
Anima non solo scopre felicità prima insospettabili, bellezze prima impercepibili, ma accende in sé le proprie capacità potenziali di fare il bene, che sono immense.
La vita di ogni essere umano ha uno scopo infinitamente più grandioso di quanto la razionalità sopporti. Il primitivo Modello Tradizionale Standard della realtà, a cui siamo ancora tutti sottomessi, mette tutti non in risonanza, ma in competizione contro tutti, negando/impedendo empatia e Intuizione; questo non solo rende infelici, ma lascia nemici fingersi amici, malvagi fingersi eroi, banditi fingersi benefattori, distruttivi credersi costruttivi...

"La collaborazione fa emergere i più capaci, la competizione i più spietati. La collaborazione amplifica le capacità individuali
e moltiplica quelle collettive. La competizione riduce le capacità individuali e toglie a quelle collettive".

Salendo con l'ascensore stai diventando consapevole del Modello Quantistico della realtà, la fisica dell'Anima; questo ti sta liberando da ciò che nella tua mente ti impedisce di essere ciò che sei veramente e di attivare le tue capacità empatiche e
intuitive. Grazie a questo diventa facile accorgersi se
un'esperienza è costruttiva o no, se un'informazione è in sintonia con gli obiettivi della propria Anima o no, se ciò che si fa è costruttivo o no, e cosa e come fare per essere davvero felice indipendentemente da credenze e apparenze. In ogni caso, a conferma delle tue "attivande" capacità intuitive, salendo troverai indicazioni più precise...
Per chiunque riesca a recuperare anche solo una minima parte della consapevolezza della propria Anima, entrare nel flusso dell'Entropia Costruttiva diviene naturale, così come iniziando a pensare in modo finalmente costruttivo e allineato a essa. Quando non è più necessario che accada qualcosa all'esterno di sé per riuscire a essere felici, per accorgersi di essere felici, significa che si è entrati in contatto con la propria Anima. La felicità è il segnale dell'evoluzione della consapevolezza verso la propria Anima, sia causa che effetto dell'essere nel flusso dell'Entropia Costruttiva e quindi in contatto con la propria Anima. Ci si potrà allora sorprendere nello scoprire che l'Anima non vuole solo Amore e Fratellanza, ma vuole soprattutto Gioia, e vuole Bellezza e Ricchezza, anche materiale, concteta; vuole che si Goda! E inevitabilmente ci si potrà anche sorprendere con quanta sofferenza inutile ci si è confrontati.
Presto ti accorgerai di quanto la felicità che puoi tu stesso generare e diffondere all'esterno è decisamente più profonda, stabile e intensa di quella che puoi ricevere da altri e dall'esterno. Inutile continuare allora a preoccuparsi di ciò che avviene o che non avviene all'esterno di sé, di ciò che dovrebbe accadere, o smettere di accadere, per potersi meritare o permettere di essere felici. L'attività della propria mente diviene la prima vera potente responsabile di ciò che si vive, perché ci si accorge che a monte di tutto c'è la propria Anima, infinita, eterna, che vuole solo poter migliorare sé stessa
generando e diffondendo Gioia e Bellezza, Ricchezza con Gentilezza... ed è la propria mente, al confronto piccola e confusa, che può e deve permettere la connessione con la propria Anima, non viceversa!
I propri pensieri, il tipo di pensieri che si producono indipendentemente da quello che si vive, divengono la causa prima della propria felicità, perché causa prima della propria consapevolezza, di ciò che si è e che si sarà, di ciò che si vive e si vivrà. Anche nella situazione distruttiva più disperata, usando in modo costruttivo il proprio libero arbitrio si possono produrre pensieri costruttivi, in sintonia con la propria Anima, e trasformare la situazione distruttiva in uno stimolo a
migliorare le cose. Questo è il segreto dell'Alchimia.
Il Modello Tradizionale Standard della realtà a cui siamo stati educati è deterministico, ci ha fatto credere che la realtà funziona per causa-effetto, cause ed effetti che devono rigorosamente essere sia visibili che ripetibili. Questo induce a
limitare la nostra ricerca di felicità a cause esterne visibili, che possano giustificarla. La nostra mente è stata condizionata a credere che la felicità non possa essere una causa, ma solo un effetto. Un effetto possibilmente dell'ottenimento di qualcosa di tangibile, di fisico, concreto, che tutti possano percepire sensorialmente. Questo tipo di felicità è una illusione che allontana dalla vera Felicità, perché si fonda su un Modello della realtà che non corrisponde né alla nostra natura né alla
natura della realtà. I desideri e le aspettative delle menti dominate dalla paura di soffrire allontanano dalla felicità, così come allontanano dalla propria Anima. Per la consapevolezza della realtà che può avere la mente di un neonato nascente, il nascere può equivalere a ciò che per la consapevolezza della realtà può avere la mente di un adulto morente, il morire. Ma il bambino non ha paura di morire, forse di nascere, dove non vi è gioia.
La mente è relativa, interpreta e giudica tutto relativamente a sé stessa; l'Anima è assoluta, in connessione con tutto ma indipendente da tutto (mente e corpo compresi).
La mente dà valore alle cose solo in funzione del bisogno che crede di avere di esse o del timore che ha di esse, non in funzione del reale valore che hanno.
Una persona che camminando si trova un pipistrello a volare sulla sua testa urla spaventata: "Via, che schifo!". Due topi che zampettando si trovano lo stesso pipistrello a volare sopra di loro si fermano e si dicono: "Hai visto? Un Angelo!".
Per un topo vedere un altro topo capace di volare può essere un esperienza mistica, l'incontro con l'evoluzione di ciò che lui è.
Ogni Anima conosce il valore di ogni cosa. La consapevolezza dell'Anima le permette di percepire il valore assoluto di ogni cosa perché all'Anima non servono riferimenti, l'Anima non ha bisogno di nulla e non ha paura di nulla, ha ambizioni che insegue con gioia ed entusiasmo.
All'Anima non serve alcun motivo per essere felice, perché il solo fatto di esistere la rende pienamente felice. Le basta la sua pura esistenza, che è indipendente da tutto e da tutti, da qualsiasi cosa possa accadere o mancare di accadere. L'Anima
non ha bisogni fisici da soddisfare, non ha desideri mentali da realizzare, non teme il giudizio e il confronto con nessuno, non può morire e quindi non ha paura della morte. La sua consapevolezza di sé è quella dell'intero Universo dal quale non può separarsi e, quindi, non può essere abbandonata e non sa cosa sia la paura della solitudine. Non conosce il dolore fisico. Il fatto di poter vivere esperienze di qualsiasi genere attraverso un sistema corpo-mente e di avere la possibilità di nascere, vivere, morire, rinascere, rivivere.., e di poter contribuire anche concretamente all'evoluzio-ne dell'Universo, la fa essere, indipendentemente dal riuscirci, Pura Gioia.

"Ma tu, in realtà, sei la tua Anima..."



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